Il condominio dei cuori infranti

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©ParadisFilms

Tratto da Chroniques de l'asphalte, romanzo autobiografico scritto dal regista, Il condominio dei cuori infranti è il quinto lungometraggio di Samuel Benchetrit e racconta la vita degli inquilini di un vecchio condominio di periferia.
Il film è diviso in tre episodi, nel primo il protagonista è Sterkowitz, interpretato da Gustave Kervern, un invalido che cerca disperatamente di attirare le attenzioni di un'infermiera (Valeria Bruni Tedeschi). La seconda storia ha come protagonista Jeanne Meyer, interpretata da Isabelle Huppert, un'attrice dal passato glorioso ma che vive una profonda crisi personale e professionale da cui forse può uscire grazie all'aiuto del giovanissimo vicino di casa (Jules Benchetrit). Il terzo episodio vede Michael Pitt interpretare un astronauta americano atterrato per sbaglio sui tetti del condominio che viene gentilmente ospitato e accudito da un'inquilina del palazzo.

Sorretto da un'ironia surreale che può ricordare certo cinema scandinavo (alcuni dialoghi sembrano scritti da Roy Andersson),
Asphalte (questo è il titolo originale) è un piccolo film intimo e autobiografico a cui il regista, nonostante la povertà dei mezzi a disposizione (il progetto ha avuto un lungo e travagliato percorso produttivo), riesce a conferire un aspetto estetico originale e, in alcune sequenze, persino sorprendente. Ci si riferisce all'episodio dell'astronauta e in particolare alla sequenza dell'atterraggio della navicella. La scena sembra tratta da un film di Kaurismäki ed è costruita sul contrasto tra l'estetica iper tecnologica del velivolo e la desolazione umana e paesaggistica che caratterizza l'ambiente circostante. L'episodio dell'astronauta è il più riuscito dei tre, grazie anche alle interpretazioni convincenti di Michael Pitt e Tassadit Mandit. È delicato il tocco con cui il regista tratteggia il loro rapporto, due individui che più diversi non potrebbero essere per età, estrazione sociale, lingua e origine geografica. I dialoghi tra i due rappresentano un piccolo esempio di cinema che sa raccontare l'empatia e la compassione tra due esseri umani investiti dalla solitudine.

A ben guardare, tutto il film è costruito sull'accostamento di elementi contrastanti, sull'incontro fortuito tra individui che in apparenza non hanno nulla in comune. È il caso dell'attrice Jeanne Myer che, inaspettatamente, trova conforto nelle parole e nella sincerità di un ragazzino. La diversità diventa così elemento di rinascita, di riscoperta di se stessi in un film che mostra, in questo senso, un messaggio sociale interessante e condivisibile.
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