She's Funny That Way

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Presentato nel 2014 alla 71. Mostra del cinema di Venezia, She's Funny That Way è l'unico film diretto dal regista americano Peter Bogdanovich negli ultimi quindici anni.
Si tratta di una commedia ambientata a New York con protagonista Imolen Poots nel ruolo di Isabella Patterson, giovane escort per clienti facoltosi la cui vita cambia grazie all'incontro con Arnold Albertson (Owen Wilson), famoso regista teatrale in cerca di una protagonista per la sua nuova pièce. Ispirato al genere screwball comedy che andava per la maggiore a Hollywood negli anni '30 e '40 e di cui Bogdanovich è da sempre grande appassionato, She's Funny That Way è un film bello e interessante per diverse ragioni.
Innanzitutto per la qualità della sceneggiatura, scritta dal regista assieme alla ex moglie Louise Stratten circa 15 anni fa e poi riadattata più volte nel corso degli anni. Un testo ricco di fitti dialoghi, di botta e risposta e citazioni cinefile che includono la celebre espressione “
who am I to say nuts to the squirrels?” che il personaggio Arnild Albertson utilizza per far colpo sulle donne e che rimanda a una scena del film Tra le sue braccia (Cluny Brown, 1946) di Ernst Lubitsch, uno dei registi più amati da Bogdanovich. Come spiega il regista in un'intervista disponibile su youtube (intervista a Bogdanovich), quella scena di Tra le sue braccia rappresenta una delle principali fonti di ispirazione per la scrittura del film.
È solo uno dei molti elementi che svelano l’anima profondamente cinefila di She's Funny That Way, evidente nei riferimenti alla lunga e impervia carriera cinematografica di Bogdanovich, di cui il volto etereo e misterioso di Cybill Shepherd ne è il testimone più diretto. L'attrice, ex moglie del regista e protagonista di alcune tra le sue pellicole più importanti, recita qui nel piccolo ruolo della madre di Isabella.
Come sempre nelle opere del regista americano, anche in She's Funny That Way la componente autobiografica è preponderante: lo stesso Bogdanovich ha dichiarato di essersi ispirato a un’esperienza personale per raccontare la scena in cui Arnold dona a Isabella una grossa somma di denaro con la promessa da parte della ragazza di non esercitare mai più la professione di escort.
Oltre alla solida sceneggiatura, il film può contare sulle ottime interpretazioni di un cast variegato e sempre convincente. Commentando il film, Bogdanovich si è detto estremamente soddisfatto dell'interpretazione di Imolen Poots, sottolineando la naturalezza con la quale l'attrice inglese è riuscita a trasmettere l'aria bizzarra e insolita che è caratteristica del suo personaggio. Dal canto suo Owen Wilson sa rendere perfettamente l'ambiguità molto moderna del suo personaggio, in bilico tra generosità romanticismo e astuzia. Il cast di contorno è altrettanto azzeccato, capitanato da un'irresistibile Jennifer Aniston nel ruolo di una psicologa fuori dagli schemi.
In una scena clou Arnold è in una camera d'albergo con la giovane Isabella quando riceve l'inattesa telefonata da parte della moglie Delta. La donna telefona a sorpresa dalla reception dello stesso albergo, avvisando Arnold che sarà da lui in pochi minuti. Arnold ha solo il tempo di riporre la cornetta e invitare Isabella ad allontanarsi; a quel punto la moglie è incredibilmente già alla porta, impedendo così la fuga di Isabella. L'inverosimiglianza temporale di questa scena non è causata da un'ingenuità del regista ma è al contrario assolutamente voluta, come dimostra la successiva battuta di Arnold: “Caspita, questo è l'ascensore più veloce che abbia mai visto!”. Questa semplice sequenza descrive efficacemente la libertà con cui Bogdanovich ha scritto e diretto questo film, costruendo situazioni a volte inverosimili frutto di coincidenze così improbabili da sfiorare l'assurdo. Giustamente incurante di salvaguardare la verosimiglianza della sua storia, Bogdanovich, proprio come la protagonista Isabella, non solo crede nei miracoli (del cinema) ma li ritiene indispensabili. L'apparente ingenuità del suo cinema, che è stata spesso in passato oggetto di critica, non è un limite ma un punto di forza di un autore la cui passione cinefila è sempre stata troppo grande per lasciare spazio al cinismo.
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